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venerdì 14 dicembre 2012

"L'ulttima trincea del cavaliere. Candidatura ammazzasentenze"

    "...E' stato lui stesso a spiegare le vere ragioni della sua ri-discesa in campo, prima del grottesco balletto del "ci sono non ci sono" durato molte settimane. "Questa sentenza mi obbliga a restare in campo", disse il giorno della condanna in primo grado a quattro anni per la frode dei diritti Mediaset. I conti aperti con la giustizia si sommano alla crisi delle sue aziende che sta precipitando, ciò che per l'appunto lo obbliga a predisporre una guardia pretoriana pronta ancora a immolarsi nel prossimo parlamento per difendere i suoi personali interessi. Un epilogo "meschino" di cui si sono accorti persino i vescovi...Ma può sempre edificare una casamatta nelle retrovie per una Guardia Pretoriana fatta di amazzoni e corifei per difendere se stesso. Esattamente le stesse ragioni che 19 anni fa  gli fecero fondare Forza Italia: evitare la galera e salvare dal fallimento le sue aziende. I lustri del potere hanno evitato il tracollo di Fininvest, che giaceva sotto settemila miliardi di debiti contro un capitale netto di mille e accresciuto la ricchezza personale di Berlusconi di diciotto volte, al ritmo di quattrocentomila euro al giorno - di ognuno dei giorni di ogni anno degli ultimi diciannove anni! - da 162 milioni a tre miliardi facendogli conquistare la palma di uomo più ricco d'Italia, attraverso una raffica di leggi ad personam e ad aziendam e l'evirazione chirurgica della RAI...al povero Silvio non resterà in fondo che un manipolo di staffieri e l'ombrellino delle amazzoni" (Alberto Statera, La Repubblica 10/12/12)

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