Da alcuni giorni Bossi e la lega sono investiti e sommersi da un'alluvione gigantesca di accuse infamanti e micidiali, in merito a un megagalattico mercimonio nepotistico, che travolge e stravolge figli, amici e parenti. Dalle intercettazioni della sua segretaria si evince che milioni di euro della Lega - e cioè di noi cittadini onesti che paghiamo le tasse e quindi siamo costretti dalla Casta a foraggiarne le non epiche gesta - sono andati a coprire le spese pazze di figli e amici intimi del capo. Coi soldi della Lega - e cioè nostri - Bossi ha pagato la dolce vita leghista di vacanze, automobili, diplomi e lauree (false?) a figli e amiche, compresa la vicepresidente del Senato Rosi Mauro. Un milione è andato anche a ripianare le perdite della scuola padana Bosina gestita dalla moglie del Grande Capo: insomma prebende veramente degne di miglior causa.
Bossi simbolo totemico della lega Ladrona si dimette, ma invece di sparire dalla circolazione e non farsi più vedere, sproloquia e rilancia ignobili accuse inaccettabili (e che rimando al mittente) aggiungendo all'ormai storica infamante affermazione di "Roma ladrona" anche quella di "Roma padrona" e infine di "Roma farabutta". Il Senatur (?) è ormai arrivato alla frutta: sarebbe stato meglio per lui che avesse continuato a esprimersi a gesti, tipo dito medio (nel culo) e suoni gutturali vari tipo rutti e scorreggie, ai quali ci ha ormai voluto (quasi) abituare da fin troppo tempo. Peccato: un'altra occasione perduta. Padania libera! (da Bossi e c.)
"Odiare i mascalzoni è cosa nobile" (Quintiliano)
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