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martedì 10 febbraio 2009

I malati appartengono a dio

Il papa all’Angelus urbi et orbi di domenica 8 febbraio 2009 evoca le guarigioni miracolose e afferma che “ I malati appartengono a Dio”. Il Capo dello Stato estero della Città del Vaticano continua a intromettersi odiosamente negli affari interni di uno Stato sovrano come è (?) e/o dovrebbe essere ancora la repubblica Italiana. Nel suo stato, dove il suo dio attua miracolose guarigioni, può legiferare come meglio crede. Ratzinger, già Hitler Jugend negli ultimi anni di vita del regime nazista, santo padre sovrano assoluto, autocefalo, autoreferenziale, autocratico, monocratico, teocratico e ierocratico, ha per questo potere di vita e di morte sui suoi sudditi. Il fatto increscioso – per non dire altro – è che questo santo despota pretende di imporre l’obbedienza alla sua legge, soggettiva e personale, anche ai cittadini italiani che fanno parte di uno stato democratico e laico, in cui la maggioranza è composta di diversamente credenti e di non credenti, ai quali non possono e non debbono essere imposti valori che, come quelli cattolici, negano in nuce e alla radice, la libertà di pensiero e di opinione. Io che non sono mai appartenuto a nessun dio, affermo il diritto costituzionalmente riconosciutomi di ritenere che la mia malattia- a differenza di quanto afferma il papa – appartenga soltanto a me, alla mia famiglia e alla società di cui sono cittadino: gli dei non c’entrano e valgono solo per chi ci crede. E’ inconcepibile, inaccettabile e inamissibile che i cattolici pretendano di imporre i loro valori ai non credenti e ai diversamente credenti. Quindi BASTA con le prepotenze e le prevaricazioni sulle coscienze dei non cattolici, che sono fra l’altro anche maggioranza in Italia e stragrande maggioranza nell’intero mondo.
Il cardinale Bertone, segretario dello Stato straniero della Città del Vaticano, mentre continua a intromettersi pesantemente e indebitamente negli affari dello Stato estero della Repubblica Italiana accusando addirittura di assassinio il suo stesso Presidente Napolitano, convinto tuttavia, se pure tardivamente, da ipocrita e falsa resipiscenza, gli telefona per esprimergli insieme rinnovata stima e deferenza. La contraddizione logica e morale è tuttavia macroscopicamente evidente e nno gli può consentire di gridare all’assassinio, affermando insieme che lo Stato estero della Città del Vaticano non attua alcuna interferenza negli affari interni dello Stato straniero della Repubblica Italiana.
“Prelati d’attacco e politici in ginocchio: a 80 anni il Concordato è invisibile. Dall’etica al fisco, l’irresistibile avanzata della Chiesa”. (pag. 9, La Repubblica 9/2/09) Io aggiungo che l’intromissione negli affari interni dello Stato Italiano è vietata non soltanto dalle leggi internazionali e dal bon ton diplomatico, ma anche e fondamentalmente dal rispetto della legalità dovuto alla sottoscrizione dei Patti Lateranensi stipulati nel 1929 fra il Duce del fascismo e il papa filomussoliniano Pio XI. La Chiesa che per secoli ha bruciato letteralmente vivi milioni di persone per accuse diaboliche e false di eresia e stregoneria (alla faccia di ogni diritto alla vita sempre tanto strombazzato) oggi non si vergogna di fare una guerra per il diritto/dovere alla vita di Eluana, mentre assiste indifferente e distaccata alla morte per fame ogni anno di milioni di bambini, donne e vecchi in ogni parte del mondo. Invece di intervenire seriamente contro questo massacro, invita i suoi adepti a portare bottigliette d’acqua e pezzi di pane davanti l’ingresso della clinica di Udine dove è ricoverata Eluana, come se la ragazza, morta – come dicono il padre e i medici – il 18 gennaio 1992 potesse veramente cibarsene! VERGOGNA! Dica alle sue pecorelle incoscienti e impazzite di portare quell’acqua e quel pane là dove veramente servono, per sfamare e dissetare chie veramente ne ha bisogno per soprav-vivere! Amen e così sia!

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