Come si concilia la pretesa del diritto rivendicato da Zvi Zvi Vogel con il pregresso tanto più evidente ed ovvio diritto permanente, non artificiale o temporaneo esercitato dai palestinesi? Il rapporto di 10 italiani uccisi per ogni tedesco (e di venti italiani per ogni inglese) che fu utilizzato e praticato durante la II Guerra Mondiale, si trasforma in un’operazione quasi “filantropica” e “umanitaria”, di fronte al rapporto di 1000 palestinesi per ogni israeliano predicato con convinzione e senza vergogna dal generale Zvi Zvi Vogel, all’interno della logica di una guerra di annientamento e di stermino basata sul genocidio.
La catastrofe ebraica della Shoah non giustifica la catastrofe palestinese della Nakba, ma tragicamente la riproduce:” Quanto più aumenta il fuoco dei Qassam e s’allunga la loro gittata, tanto più i palestinesi attireranno su di sé una shoah più grande, perché useremo tutta la nostra forza per difenderci”. ( Matan Vilnai, vice ministro della difesa israeliano). Per Hamas l’infortunio linguistico rivela la vera identità degli israeliani, definiti di conseguenza i “nuovi nazisti” :” Questa è la prova delle loro intenzioni aggressive nei nostri confronti. Vogliono che il mondo condanni quello che chiamano olocausto, ma ora ci minacciano con un olocausto”. (Ismail Haniyeh, Hamas)
Se “nessuno ha il diritto morale di criticare Israele che esercita l’autodifesa” come afferma sprezzante il premier israeliano Olmert” – chi lo dice, oltre lui? – diventa verità morale, simmetrica e speculare che nessuno ha il diritto morale di criticare i palestinesi che esercitano l’autodifesa. Tanto meno Olmert che esercita l’autodifesa (una guerra permanente di aggressione) contro chi non può nemmeno difendersi, schiacciato da uno spaventoso scarto e catastrofico divario delle forze in campo!
Nessun commento:
Posta un commento