23 ottobre 2016. Oggi ricorre il 60° anniversario dell'inizio della rivoluzione proletaria e antistalinista del popolo ungherese, che si ribellò alla dittatura imposta alla repubblica magiara dall'Armata Sovietica dalla fine della II Guerra Mondiale.
La divisione del mondo in due blocchi contrapposti e spartiti in due sfere d'influenza, tacitamente concordate fra i vincitori angloamericani e sovietici della II Guerra Mondiale, lascia tragicamente soli e abbandonati a se stessi i patrioti ungheresi, che saranno massacrati ferocemente nel sangue dai carri armati dell'esercito sovietico.
Il generale Imre Nagy e altri capi della rivolta, saranno arrestati dall'occupante sovietico in spregio a ogni legalità e moralità internazionale. Il generale Imre Nagy sarà poi fucilato nel 1958 e il suo corpo inumato in luogo segreto per evitare manifestazioni popolari di dissenso, in favore della rivoluzione antisovietica.
Soltanto il crollo dell'URSS nel 1991 permetterà all'Ungheria di recuperare la sua libertà e al popolo ungherese di onorare i suoi eroi sfortunati.
Oggi, in un ineffabile "museo" all'aperto, nella estrema periferia di Budapest, insieme a tutti gli altri monumenti apologetici della dittatura sovietica, quasi abbandonati nella prateria erbosa, restano - di Stalin - un enorme e gigantesco paio di stivali di bronzo di una colossale statua celebrativa del dittatore georgiano, che non fu mai più costruita ed eretta.
Nessun commento:
Posta un commento