Si è aperto nello Stato della Città del Vaticano il processo a un monsignore e una commissaria dell'apparato amministrativo-burocratico vaticano e a due giornalisti italiani, accusati di avere divulgato informazioni riservate dello stato papale.
Fittipaldi e Nuzzi, cittadini italiani, rischiano otto anni di carcere per l'ipotesi di un reato che in Italia nemmeno esiste, ma nessun esponente del nostro stato laico (?) ha ritenuto di dover contestare allo stato estero del Vaticano l'inaccettabilità di una tale insostenibile procedura.
Si conferma l'ignobile sudditanza della Repubblica Italiana allo Stato papalino, pontificio, zuavo, teocratico, assolutistico e ierocratico della Città del Vaticano, di cui la nostra repubblica sembra essere una colonia provinciale, insignificante, servile, ancillare e prona ai voleri di una casta sacerdotale, libera di battere le praterie della prepotenza, della supponenza, del''intolleranza e dell'illegalità nei confronti dei principi sacri più elementari di ogni convivenza civile e democratica.
"Odiare i mascalzoni è cosa nobile" (Quintiliano)
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