venerdì 21 marzo 2008
Stato e chiesa
Al ministro della difesa
Al presidente del consiglio dei ministri
Al presidente della repubblica
All'ingresso della caserma Cosenz nel centro cittadino di Bracciano (RM) in coincidenza e a motivo dei giorni che la Chiesa Cattolica Apostolica Romana celebra come quelli della passione del suo dio Gesù Cristo, la bandiera nazionale e quella della Unione Europea sono comparse a mezz'asta!
Chiedo di sapere chi abbia dato l'ordine, sulla base di quale normativa e perchè, visto che la Repubblica Italiana non mi risulta essere ancora uno stato talebano a sovranità limitata e/o tanto meno una dipendenza extra-territoriale dello Stato della Città del Vaticano
In attesa di una improbabile, quanto tuttavia necessaria e doverosa risposta, invio saluti laici e pasquali
Lettera firmata
cittadino italiano diversamente credente
sabato 8 marzo 2008
No al fanatismo, no alla censura!
Israele/Palestina: 2 pesi, 2 misure, ma non 2 nazioni.
In risposta, un martire/kamikaze/terrorista palestinese massacra 8 studenti di un seminario rabbinico a Gerusalemme. Giornali e televisioni ci bombardano con notizie drammatizzate ed immagini terrorizzanti; si sottolinea che alcuni studenti avevano meno di 18 anni, uno addirittura 15 anni; si sottolinea la profanazione di una scuola (religiosa), - faccenda che per altro, negli USA, non rappresenta più una novità da molto tempo - e dove per altro si va a lezione col mitra in mano, tanto che ad ammazzare con due colpi alla testa il martire/kamikaze/terrorista è lo studente-colono Yitzhak Dedon, che non si separa mai dal suo fucile.
Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU vuole condannare, questa volta, l’attentato di Gerusalemme, mentre non ha fatto nemmeno la mossa di aprire bocca sull’attentato immediatamente precedente di Gaza.
La Libia chiede che vengano menzionati anche i 120 Palestinesi morti ammazzati a causa dell’offensiva israeliana a Gaza. La maggioranza del Consiglio si oppone all’equiparazione del massacro di Gaza – 120 morti – con l’attentato di Gerusalemme – 8 morti -.
La risoluzione, possibile soltanto all’unanimità, naufraga. Finalmente è affermato ufficialmente senza vergogna: una vittima israeliana vale molto di più di 15 vittime palestinesi, fino 1 a 1000, come dichiarano ormai senza remore e senza ritegno ex presidenti e generali dello stato (democratico ?) di Israele.
mercoledì 5 marzo 2008
Rappresaglie “naziste”?
Come si concilia la pretesa del diritto rivendicato da Zvi Zvi Vogel con il pregresso tanto più evidente ed ovvio diritto permanente, non artificiale o temporaneo esercitato dai palestinesi? Il rapporto di 10 italiani uccisi per ogni tedesco (e di venti italiani per ogni inglese) che fu utilizzato e praticato durante la II Guerra Mondiale, si trasforma in un’operazione quasi “filantropica” e “umanitaria”, di fronte al rapporto di 1000 palestinesi per ogni israeliano predicato con convinzione e senza vergogna dal generale Zvi Zvi Vogel, all’interno della logica di una guerra di annientamento e di stermino basata sul genocidio.
La catastrofe ebraica della Shoah non giustifica la catastrofe palestinese della Nakba, ma tragicamente la riproduce:” Quanto più aumenta il fuoco dei Qassam e s’allunga la loro gittata, tanto più i palestinesi attireranno su di sé una shoah più grande, perché useremo tutta la nostra forza per difenderci”. ( Matan Vilnai, vice ministro della difesa israeliano). Per Hamas l’infortunio linguistico rivela la vera identità degli israeliani, definiti di conseguenza i “nuovi nazisti” :” Questa è la prova delle loro intenzioni aggressive nei nostri confronti. Vogliono che il mondo condanni quello che chiamano olocausto, ma ora ci minacciano con un olocausto”. (Ismail Haniyeh, Hamas)
Se “nessuno ha il diritto morale di criticare Israele che esercita l’autodifesa” come afferma sprezzante il premier israeliano Olmert” – chi lo dice, oltre lui? – diventa verità morale, simmetrica e speculare che nessuno ha il diritto morale di criticare i palestinesi che esercitano l’autodifesa. Tanto meno Olmert che esercita l’autodifesa (una guerra permanente di aggressione) contro chi non può nemmeno difendersi, schiacciato da uno spaventoso scarto e catastrofico divario delle forze in campo!
domenica 2 marzo 2008
Aborto, l’offensiva dei vescovi
Aborto, l’offensiva dei vescovi “Falso il documento dei medici”. L’ordine: un’offesa. (pag. 2, La Repubblica 25/2/08)
La chiesa cattolica apostolica romana esagera sempre di più. Adesso i vescovi italiani, per bocca del loro giornale L’Avvenire, pretendono anche di decidere…sulla veridicità e validità delle decisioni prese dall’Ordine dei medici, in merito al Testo sui Principi elaborato dalla Commissione Deontologica della Federazione, mettendone in dubbio la stessa verità fattuale! Non si vergognano infatti di definirlo “…fantomatico documento sostanzialmente falso…” L’Avvenire, organo ufficiale della CEI (Commissione Episcopale Italiana, gerarchicamente subordinata al potere teocratico dello stato straniero della Città del Vaticano) non si perita di entrare sempre più brutalmente e scorrettamente nel gioco politico della Repubblica Italiana, in cui da sempre si intromette con pretese decisionali prepotenti, violente e irrispettose dei principi di libertà e democrazia che rappresentano e devono rappresentare il fondamento costituzionale non rinunciabile della nostra Repubblica. Come a dire: date a Dio quel che è di Dio e a Dio quel che è di Cesare: qualcuno dovrebbe ricordare a papa, cardinali, arcivescovi, vescovi, preti e devoti atei che Cesare va rispettato, tanto più che il famigerato concordato firmato dallo stato fascista e dalla chiesa cattolica nel 1929 e confermato, purtroppo, anche dal Partito Comunista nel 1948 impone esplicitamente alla chiesa di non intromettersi in alcun modo nella politica dello stato italiano!